Un cuore aperto alla missione

Quest'estate, nel team di Exch@nge di Montespertoli abbiamo avuto Owen, e questa è la sua storia:

Sono stato molto benedetto a far parte del team di First Bible Church che quest’estate ha aiutato i Borroni con il loro campo Exchange. Dio ha toccato la mia vita in vari modi tramite il lavoro fatto a Exchange. Infatti, il Signore mi ha fatto capire tre cose principalmente:

  1. che il messaggio del Vangelo è universale;
  2. che mi sento molto legato alle persone in Italia;
  3. che ci sono possibilità future da considerare a cui il Signore potrebbe guidarmi.

Prima di andare in Italia non avevo pensato molto ai bisogni di persone di altri paesi e culture. Ero invece focalizzato sulle cose intorno a me nel mio paesino di Alabama. Questo modo di pensare è cambiato completamente la prima domenica in Italia. Mentre ero al culto con la famiglia Borroni, mi sono reso conto che ci sono persone in tutto il mondo che lodano il Signore. Le persone al culto erano così piene dello Spirito e così gioiose di essere lì a lodare Dio. Ed era in quel momento che mi sono reso conto che era tutto grazie al Vangelo di Gesù Cristo. Era bellissimo vedere che persone dall’altra parte del mondo credevano le stesse cose che credo io, cioè che Gesu’ ha vissuto una vita perfetta, è morto sulla croce al posto mio, è stato sepolto, e poi Dio lo ha risuscitato il terzo giorno come prova che aveva sconfitto la morte e il Suo sacrificio era stato accettato; poi apparve a tanti come prova che era tornato in vita. Capire che questo messaggio non cambia nonostante il contesto culturale è stato di grande impatto per me.

La seconda cosa che ho capito grazie a questa esperienza è legata alla prima. Io sono andato in Italia in nome del Vangelo. Durante il campo mi sono reso conto di quanto i ragazzi in Italia abbiano bisogno del Vangelo. Dio mi ha messo questo pensiero nel cuore e lo mantiene anche ora. Prima di partecipare al campo non pensavo che fosse possibile legarsi talmente tanto a una persona in soli cinque giorni; ma dopo il quinto giorno ho capito che era possibile. Mi ricordo che mi sentivo come non potessi lasciare quei ragazzi, ed era in quel momento che ho capito quanto mi sento legato ai ragazzi in Italia. Da allora non è passato un giorno che non ho pensato ai ragazzi con cui lavorano i Borroni.

Come la prima cosa è legata alla seconda, la terza cosa che il Signore mi ha impresso è legata alla seconda. Ora che mi sento così legato alle persone in Italia, sto vedendo che il Signore forse sta aprendo la mia mente a possibilità future per servirLo. Sono sempre stato aperto all’idea di essere missionario, ma dopo il campo di Exchange sono ancora più interessato. Non so ancora se Dio mi sta chiamando alla missione, ma sono entusiasta di questa possibilità grazie alla mia esperienza al campo.

Grazie all’impatto di queste tre cose sono estremamente entusiasta di tornare al campo prossimo estate. E’ stato un viaggio che ha cambiato la mia vita e so che Dio lo userà nel futuro!